I vaccini obbligatori e consigliati per sanitari e insegnanti, previsti dal Ministero della Salute, hanno la funzione di contribuire all’ottenimento dell’immunità di gregge in grado di proteggere indirettamente anche coloro che, per motivi di salute, non possono essere vaccinati.
L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) individua, infatti, una soglia raccomandata di copertura vaccinale in grado di garantire un buon grado di sicurezza contro il dilagare di malattie potenzialmente pericolose.
Questa soglia corrisponde nel nostro Paese ad almeno il 95% di popolazione vaccinata, limite posto sempre più a rischio dal progressivo calo delle vaccinazioni riscontrato nell’ultimo decennio.
Per questo motivo, l’attenzione delle campagne vaccinali mira a sensibilizzare tutti i cittadini, con particolare attenzione per gli individui fragili e per operatori sanitari e insegnanti che lavorano a contatto con individui e/o materiali potenzialmente infetti e che sono a rischio di esposizione a malattie infettive prevenibili con la vaccinazione.
Per i gruppi professionali e gli insegnanti, programmi di vaccinazione ben progettati possono ridurre in modo sostanziale le possibilità che gli individui contraggano infezioni pericolose e trasmettano agenti patogeni ad altri. Essi prevedono vaccini:
- indicati;
- obbligatori.
In entrambi i casi si tratta di vaccinazioni gratuite che interessano:
- operatori sanitari;
- personale di laboratorio;
- operatori scolastici;
- personale di assistenza in centri per anziani, per persone con disabilità fisiche e mentali o di recupero per tossicodipendenti.
Vaccini per sanitari
I vaccini per i sanitari sono una delle armi più potenti nella lotta contro le malattie in un settore in cui l’immunizzazione è particolarmente importante.
Per questo motivo nel nostro Paese è previsto un piano vaccinale progettato per proteggere i sanitari e i pazienti vulnerabili da malattie potenzialmente letali.
Tra i sanitari per cui queste vaccinazioni sono obbligatorie rientrano:
- personale del Servizio Sanitario Nazionale che lavori in pronto soccorso, reparti ospedalieri, sale operatorie e autoptiche, di
- medicina legale, laboratori di analisi, centri trasfusionali, studi dentistici, assistenza sanitaria nelle carceri;
- chi svolge volontariato nel settore della sanità;
- personale medico in aree geografiche a rischio malattie endemiche;
- addetti al soccorso e al trasporto di malati, infortunati e infermi;
- personale in centri di recupero per tossicodipendenti;
- personale di assistenza in istituti per disabili;
- addetti alla lavorazione degli emoderivati;
- addetti al lavaggio di materiali infetti;
- medici del lavoro.
Il piano vaccinale obbligatorio per i sanitari comprende le vaccinazioni:
- antiepatite A;
- antiepatite B;
- antinfluenzale;
- antimorbillo-parotite-rosolia;
- antipertosse;
- antivaricella;
- antitubercolare;
- SARS-CoV2 (covid).
Uno dei rischi maggiori a cui il personale sanitario è esposto è quello di contrarre l’epatite A e B. Il possibile contatto con sangue e fluidi corporali infetti rende medici e infermieri particolarmente esposti a queste infezioni.
Il vaccino antiepatite A e B è, quindi, una misura importante per la prevenzione della malattia e la protezione del personale sanitario, fornendo una copertura a lungo termine e riducendo le possibilità di contrarre la malattia del 95-100%.
I sanitari hanno anche un rischio elevato di contrarre e portare l’influenza a causa della loro costante esposizione in ambienti in cui i virus circolano maggiormente. Il vaccino antinfluenzale è, quindi, obbligatorio non solo per proteggere il personale medico, ma anche i pazienti cui questi prestano assistenza. Oltre a ridurre la diffusione dell’influenza, previene anche la sovrapposizione con altre infezioni respiratorie.
Stessa forma di prevenzione è prevista per forme virali come morbillo-parotite-rosolia, pertosse e varicella, altamente contagiose e che sugli individui fragili possono causare gravi complicazioni. Per i sanitari, perciò, è obbligatorio il vaccino, che offre una copertura a lungo termine fino al 99%.
Meno restrittive sono le norme sulla vaccinazione antitubercolare. Vista la minor diffusione della malattia, l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda il vaccino BCG (bacillo di Calmette e Guérin) solo per i soggetti ad alto rischio (Decreto del Presidente della Repubblica n. 465 del 7 novembre 2001), tra cui anche gli operatori sanitari che, pur lavorando in ambienti potenzialmente infetti, per ragioni di salute non possono essere sottoposti a terapia preventiva.
A seguito dell’insorgere della pandemia da SARS-CoV19, dal 15 dicembre 2021 gli operatori sanitari sono obbligati a sottoporsi anche alla vaccinazione anti-COVID, che solo in caso di accertati rischi per la salute (DPCM 04/02/2022), è omissibile o rinviabile. In caso di superamento dell’infezione da Covid e successiva guarigione, l’obbligo vaccinale è differito per il periodo stabilito dalle circolari ministeriali.
Insegnanti: i vaccini consigliati
Il piano preventivo per la diffusione di malattie non prevede obblighi vaccinali per gli insegnanti, ma ci sono vaccini consigliati per la categoria.
I docenti sono, infatti, una parte fondamentale della società e svolgono un ruolo importante nella formazione e nella crescita dei giovani. Per questo motivo, è importante che siano protetti da malattie pericolose che possono essere trasmesse nell’ambiente scolastico.
L’individuazione di alcuni vaccini consigliati per gli insegnanti ha lo scopo di:
- proteggere la salute degli insegnanti e degli studenti prevenendo la diffusione di malattie infettive;
- ridurre l’assenteismo e garantire un ambiente scolastico stabile e continuo;
- aumentare la consapevolezza sull’importanza dei vaccini nella comunità.
Le vaccinazioni sono, infatti, uno strumento efficace per prevenire la diffusione di malattie infettive e proteggere la salute degli insegnanti e degli studenti.
Ecco quali sono le vaccinazioni consigliate per il personale docente:
- antimorbillo-parotite-rosolia;
- antipertosse;
- antivaricella;
- antinfluenzale;
- SARS-CoV2.
Come già detto si tratta di vaccini consigliati e non obbligatori, ma che possono essere molto utili in caso di fragilità dell’insegnante stesso e in termini di tutela della salute di colleghi e allievi.
Ad esclusione del vaccino antinfluenzale e SARS-CoV2, per gli altri vaccini viene preso in considerazione il ricordo anamnestico, ovvero il fatto che l’insegnante abbia già contratto la malattia nel corso della sua vita.
Per quanto concerne il vaccino antinfluenzale, invece, affinché sia efficace è indispensabile che venga ripetuto ogni anno prima del manifestarsi dei picchi influenzali.
L’obbligo vaccinale contro l’infezione da SARS-CoV2 ha, ad oggi, avuto durata breve. Lo stesso articolo 2-ter del decreto-legge 1° aprile 2021, n. 44 e smi che lo ha disposto, ne ha stabilito la fine dell’obbligatorietà il 15 giugno 2022.
Sebbene, però, al momento non esista una legge che renda obbligatorio il vaccino COVID per gli insegnanti, il Governo raccomanda fortemente la vaccinazione per tutte le categorie considerate a maggior rischio, tra cui gli insegnanti.
A prescindere dall’obbligatorietà legata al contesto lavorativo, il nostro Paese mette a disposizione dei cittadini la possibilità di vaccinarsi per le malattie pericolose per l’incolumità del singolo e della società.
I vaccini in ambito sanitario e scolastico hanno dimostrato la loro utilità nel tempo, contribuendo a prevenire la diffusione delle malattie tra pazienti e studenti, garantendo un ambiente di lavoro e di apprendimento sicuro. Negli ultimi anni, poi, la vaccinazione è diventata sempre più importante nel combattere le malattie infettive, rendendo i sanitari e gli insegnanti parte integrante di questa lotta.